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EVANGELO DI S. MARCO 6:1-29

EVANGELO DI S. MARCO 6:1-29 DB1885

POI, egli si partì di là, e venne nella sua patria, e i suoi discepoli lo seguitarono. E venuto il sabato, egli si mise ad insegnar nella sinagoga; e molti, udendolo, sbigottivano, dicendo: Onde ha costui queste cose? e quale è questa sapienza che gli è data? ed onde è che cotali potenti operazioni son fatte per mano sua? Non è costui quel falegname, figliuol di Maria, fratel di Giacomo, di Iose, di Giuda, e di Simone? e non sono le sue sorelle qui appresso di noi? Ed erano scandalezzati in lui. Ma Gesù disse loro: Niun profeta è disonorato, se non nella sua patria, e fra i suoi parenti, e in casa sua. E non potè quivi fare alcuna potente operazione, salvo che, poste le mani sopra alcuni pochi infermi, li sanò. E si maravigliava della loro incredulità; e andava attorno per le castella, insegnando. ED egli chiamò a sè i dodici, e prese a mandarli a due a due; e diede loro podestà sopra gli spiriti immondi. E comandò loro che non prendessero nulla per lo viaggio, se non solo un bastone; non tasca, non pane, non moneta nelle lor cinture. E che fossero sol calzati di sandali, e non portassero due toniche indosso. Disse loro ancora: Dovunque sarete entrati in alcuna casa, dimorate in quella, finchè usciate di quel luogo. E se alcuni non vi ricevono, e non vi ascoltano, partitevi di là, e scotete la polvere di sotto a' vostri piedi, in testimonianza contro a loro. Io vi dico in verità, che Sodoma e Gomorra saranno più tollerabilmente trattate nel giorno del giudizio, che quella città. Essi adunque, partitisi, predicavano che gli uomini si ravvedessero. E cacciavano molti demoni, ed ungevano d'olio molti infermi e li sanavano. OR il re Erode udì parlar di Gesù, perciocchè il suo nome era divenuto chiaro, e diceva: Quel Giovanni che battezzava è risuscitato da' morti; e perciò le potenze operano in lui. Altri dicevano: Egli è Elia; ed altri: Egli è un profeta, pari ad un de' profeti. Ma Erode, udite quelle cose, disse: Egli è quel Giovanni, che io ho decapitato; esso è risuscitato da' morti. Perciocchè esso Erode avea mandato a prender Giovanni, e l'avea messo nei legami in prigione, a motivo di Erodiada, moglie di Filippo, suo fratello; perciocchè egli l'avea sposata, e Giovanni avea detto ad Erode: Ei non ti è lecito di aver la moglie del tuo fratello. Ed Erodiada gliene avea mal talento; e volentieri l'avrebbe fatto morire, ma non poteva. Perciocchè Erode temeva Giovanni, conoscendolo uomo giusto, e santo; e l'osservava; ed avendolo udito, faceva molte cose, e volentieri l'udiva. Ora, venuto un giorno opportuno, che Erode, nel giorno della sua natività, feceva un convito a' suoi grandi, e capitani, ed a' principali della Galilea; la figliuola di essa Erodiada entrò, e ballò, e piacque ad Erode, ed a coloro ch'erano con lui a tavola. E il re disse alla fanciulla: Domandami tutto ciò che vorrai, ed io tel donerò. E le giurò, dicendo: Io ti donerò tutto ciò che mi chiederai, fino alla metà del mio regno. Ed essa uscì e disse a sua madre: Che chiederò? Ed ella disse: La testa di Giovanni Battista. E subito rientrò frettolosamente al re, e gli fece la domanda, dicendo: Io desidero che subito tu mi dia in un piatto la testa di Giovanni Battista. E benchè il re se ne attristasse grandemente, pur nondimeno per li giuramenti, e per rispetto di coloro ch'eran con lui a tavola, non gliel volle disdire. E subito, mandato un sergente, comandò che fosse recata la testa di esso. E quello andò e lo decapitò in prigione, e portò la sua testa in un piatto, e la diede alla fanciulla, e la fanciulla la diede a sua madre. E i discepoli di esso, udito ciò, vennero e tolsero il suo corpo morto, e lo posero in un monumento.

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