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Vangelo secondo Marco 15:16-32

Vangelo secondo Marco 15:16-32 NR94

Allora i soldati lo condussero nel *cortile interno, cioè dentro il *pretorio, e radunarono tutta la *coorte. Lo vestirono di porpora e, dopo aver intrecciata una corona di spine, gliela misero sul capo, e cominciarono a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!» E gli percotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, mettendosi in ginocchio, si prostravano davanti a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora, lo rivestirono delle sue vesti e lo condussero fuori per crocifiggerlo. Costrinsero a portar la croce di lui un certo *Simone di *Cirene, padre di Alessandro e di Rufo, che passava di là, tornando dai campi. E condussero Gesú al luogo detto *Golgota che, tradotto, vuol dire «luogo del teschio». Gli diedero da bere del vino mescolato con mirra; ma non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirandole a sorte per sapere quello che ciascuno dovesse prendere. Era l'*ora terza quando lo crocifissero. L'iscrizione indicante il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero due ladroni, uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra. [ E si adempí la Scrittura che dice: «Egli è stato contato fra i malfattori».] Quelli che passavano lí vicino lo insultavano, scotendo il capo e dicendo: «Eh, tu che distruggi il *tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso e scendi giú dalla croce!» Allo stesso modo anche i capi dei sacerdoti con gli scribi, beffandosi, dicevano l'uno all'altro: «Ha salvato altri e non può salvare sé stesso. Il Cristo, il re d'*Israele, scenda ora dalla croce, affinché vediamo e crediamo!» Anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.